Ha destato scalpore in Marocco e nel Maghreb la decisione
del Primo ministro marocchino Benkirane di abbandonare i funerali del
primo presidente dell’Algeria
indipendente, Ahmed Ben Bella,
che si sono tenuti ad Algeri il 13 aprile, a seguito della presenza del presidente della RASD Mohamed Abdelaziz.
Intanto si segnala la prima crisi aperta tra il primo
Ministro Benkirane e la società. Nel progetto di riforma delle tv pubbliche il leader del partito islamista (PDJ) “al potere” aveva fatto inserire una
massiccia presenza sia della lingua araba che delle trasmissioni religiose, sollevando la protesta non solo della
società civile.
L’informazione si dimostra così uno dei lati più oscuri del regime. Il giovane
cantante rap Mouad Belghouat è in
prigione dal 28 marzo dopo che su YouTube
è apparso un montaggio dei suoi clip
con una scena in cui un poliziotto con la
testa d’asino interpella un attivista del movimento di opposizione “20
febbraio”. Il cantante nega di essere all’origine del video, ora tolto dalla
circolazione. Rilasciato a fine aprile l’editore di giornali Rachid Nini dopo un anno di prigione
per “disinformazione”. Nel
quotidiano arabofono Al Massae (il
più diffuso) aveva messo in causa il direttore dei servizi segreti Abdellatif al-Hammouchi per l’esistenza
un centro di detenzione e di tortura
segreto a Témara, a sud di Rabat.
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